Economia

Fattura elettronica, dal 1° ottobre le sanzioni sono aumentate

Dal 1° gennaio del 2019 tutti i contribuenti in possesso di Partita Iva sono sottoposti al processo obbligatorio di fatturazione elettronica dei documenti fiscali: una rivoluzione di non poco conto che può prevedere sanzioni in caso di irregolarità durante le fasi di emissione al Sistema di Interscambio.

Dopo un congruo periodo di rodaggio, gli utenti, oggi, sono pienamente informati sulle procedure da seguire e non è più possibile godere di sconti e “giustificazioni” in caso di mancato adempimento degli oneri fiscali.

È quindi sempre più importante avere un approccio corretto alla fatturazione elettronica, dedicando la giusta attenzione al rispetto delle scadenze previste.

A tal proposito, Danea ha realizzato un articolo relativo al termine di invio fattura elettronica: una risorsa utile per il contribuente con tutte le giuste informazioni per gestire al meglio le scadenze dettate dalla legge, ed evitare di incorrere nel pagamento di sanzioni.

Oggi, infatti, la mancata emissione di una fattura elettronica può comportare il pagamento di multe molto care. Il periodo in cui era possibile godere di riduzioni nel pagamento delle sanzioni è ormai terminato.

Pertanto, il contribuente che si dimentica di emettere la fattura elettronica entro i 12 giorni dalla data dell’operazione, previsti dalla normativa vigente, è sottoposto al pagamento di una sanzione dal 90 al 180% dell’imposta, con un limite pecuniario minimo di 500 euro.

Il contribuente inadempiente può però godere della possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso, se la regolarizzazione avviene prima della contestazione da parte degli organi di controllo, ovvero l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di finanza, versando una sanzione pari ai giorni di ritardo.

In caso contrario, il possessore di Partita Iva che si trova in una posizione fiscale irregolare riceverà una notifica di inadempienza e sarà sottoposto al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Valentina Conti

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