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Deepwater Inferno sull’oceano, siamo andati a vederlo al cinema

Siamo andati a vedere “Deepwater – Inferno sull’oceano” (foto copertina). La pellicola diretta da Peter Berg, narra la storia realmente accaduta alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico il 20 aprile del 2010.

Tra gli attori troviamo Mark Wahlberg (nella foto sopra), Kurt Russell, Dylan O’Brien, Gina Rodriguez (nella foto sotto), Kate Hudson, John Malkovich e Ethan Suplee.

Il film di soli 107 minuti di durata, racconta lo sforzo e il coraggio di alcuni uomini per salvare il maggior numero di vite.

L’esplosione che ha distrutto la piattaforma semisommergibile di perforazione di proprietà della Transocean (sotto contratto con la compagnia inglese British Petroleum), ha poi trasformato l’incidente nel peggior disastro ambientale della storia degli Stati Uniti. In particolar per le coste della Louisiana. Degli oltre 100 lavoratori che si trovavano a bordo, 11 persone sono morte all’istante, incenerite dalle fiamme, mentre 17 sono rimasti feriti.

Purtroppo la tragedia ha provocato uno sversamento massiccio di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo che si trova a oltre 1500 m di profondità. Lo sversamento è terminato 106 giorni più tardi, il 4 agosto 2010, con milioni di barili di petrolio sulle acque di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato grossi ammassi sul fondale marino.

È il disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989. Spesso ci si riferisce a questo disastro con l’espressione “Marea nera“.

Nel film viene imputata la causa del disastro alle pressioni dei rappresentanti della British Petroleum per non compiere i dovuti test sul giacimento. Test che avrebbero assicurato la buona riuscita dell’operazione. E questo per risparmiare sulle spese. Nel film si menziona ad un test non fatto che sarebbe invece costato 120 mila dollari circa. Beh, nella realtà, a causa di questa grave mancanza si è provocato un disastro dai danni impossibili da calcolare. È arrivato l’anno scorso un accordo con il governo Usa dove la BP si impegna a risarcire circa 18,7 miliardi di dollari nell’arco di 18 anni.

Per non dimenticare.

Andrea Paola

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