Di Bob Dylan è stato detto tutto. Grande, immenso, superlativo artista. Ma anche brutto carattere, cantante finito, fenice che risorge dalle sue stesse ceneri. Menestrello del rock e giuda del folk. È stato osannato, criticato, amato e odiato. In oltre cinquant’anni di carriera è passato attraverso grandi successi, flop storici, canzoni che sono entrate nella leggenda e film a cui ha preso parte anche come attore oltre a scriverne la colonna sonora. Ha fatto il pittore, lo scultore, ha vinto un Oscar, un numero imprecisato di Grammy Award e una marea di premi di ogni genere. Ha cantato per i Presidenti degli Stati Uniti e si è esibito davanti al Papa.
A Bob Dylan non mancava davvero niente, tranne il Premio Nobel. Premio Nobel che gli è stato puntualmente assegnato. Quello per la letteratura ovviamente e sicuramente il più contestato e controverso della storia. Un Premio che lo equipara al grandissimo drammaturgo George Bernard Show, l’unico che fino ad ora aveva ricevuto sia un Oscar che un Nobel.
I pro, i contro, quelli che si sono scandalizzati perché il Nobel è un premio serio che hanno vinto autori come Kipling, Pirandello, Thomas Mann, Hermann Hesse, Churchill, Hemingway, Quasimodo, Neruda, Montale, insomma i massimi letterati della storia mondiale. In tanti si sono domandati cosa c’entrasse Bob Dylan con questi personaggi. Tanto più che poi, quando finalmente i promotori del Premio sono riusciti a mettersi in contatto con lui, perché non lo trovavano e lui non si era fatto vivo con loro, quando finalmente gli hanno parlato, lui ha risposto: “grazie infinite, ma io il 10 dicembre (il giorno in cui per tradizione si consegna il Premio in quanto anniversario della morte di Alfred Nobel) ho da fare e non posso venire“.
Una risposta, quella di Bob Dylan (foto), che alcuni giudicano irriverente, altri assurda, altri ancora in perfetta sintonia con il suo personaggio geniale e dissacratorio, in continua evoluzione. Se Bob Dylan sabato 10 dicembre vada o meno a Stoccolma a ritirare il suo Premio lo staremo a vedere. Intanto, Enrico Ruggeri racconta e documenta su Radio 24 il perché di questo Premio, perché gli sia stato assegnato e se è possibile oppure no essere d’accordo con gli Accademici Svedesi. L’appuntamento è oggi martedì 6 dicembre, con Il Falco e il Gabbiano in diretta streaming su Radio 24.
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