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Autismo: antidepressivi sotto accusa

L’assunzione di antidepressivi durante la gravidanza può quasi raddoppiare il rischio di autismo nel nascituro se assunti durante la gravidanza. La suggerisce una ricerca canadese. I bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD), possono avere una mancanza o difficoltà marcate nella ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone, mostrando comportamenti ripetitivi. I disturbi si verificano in circa l’uno per cento della popolazione in tutto il mondo. L’assunzione di antidepressivi nel corso della gravidanza aumenta dell’87% il rischio di autismo per il nascituro, secondo un vasto studio condotto in Canada. Un risultato importante dato che fino al 10% delle donne si vede prescrivere medicamenti per combattere la depressione quando sono incinte. Lo studio ha seguito 145456 bimbi dal loro concepimento ai 10 anni di età, tenendo conto dell’assunzione di antidepressivi e di altri fattori che contribuiscono all’autismo. L’incidenza dell’autismo tra i bambini è decisamente aumentata negli ultimi decenni, passando da 4 casi su 10mila alla fine degli anni 1960 ai 100 ogni 10mila odierni. Oltre i risultati di questo studio, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ci sono stati alcuni indizi secondo cui gli antidepressivi chiamati inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina ( SSRI) potrebbero essere collegati all’autismo. Gli SSRI sono i farmaci “di prima linea” contro la depressione, e comprendono fluoxetina, sertralina, escitalopram e paroxetina. In un recente studio americano, l’uso di SSRI da parte delle madri durante la gravidanza era stato legato ad un aumento doppio delle probabilità che il figlio sarebbe stato affetto da autismo. Nessuno sa quale sia la causa dell’autismo, che colpisce un bambino ogni 88. Ma si tratta di un disturbo nello sviluppo del cervello del feto. Si ritiene che la serotonina – il componente chimico che è l’obiettivo degli SSRI – contribuisca allo sviluppo iniziale del cervello e, negli animali, i livelli di serotonina alterati possono influenzare la funzione e il comportamento del cervello.

Andrea Tosi

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