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Svizzera: “stanze degli orrori” con orribili esperimenti su macachi e scimmie

Orribili esperimenti potrebbero essere autorizzati sui macachi detenuti nei laboratori svizzeri. Il governo del canton Zurigo, infatti, vuole autorizzare un istituto dell’Università e dell’ETH di Zurigo ad effettuare esperimenti con i primati. Eppure nel 2009 il Tribunale federale aveva bloccato una precedente serie di esperimenti con gli stessi animali. Oggi il consiglio di Stato zurighese ha fatto sapere di aver respinto un ricorso di tre membri della competente commissione cantonale, perché ritiene che i nuovi esperimenti dell’istituto di neuroinformatica non provocheranno sofferenze eccessive agli animali.

Gli esperimenti vertono sullo studio della schizofrenia e il governo ritiene che la loro importanza per la ricerca psichiatrica abbia un significato preponderante rispetto alla protezione degli animali.

L’annuncio ha provocato l’immediata reazione di due associazioni animaliste che invitano i membri della Commissione cantonale sugli esperimenti con gli animali a inoltrare un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo cantonale.

Per la Fondazione per i diritti degli animali TIR (Tiere im Recht) la decisione “contraddice chiaramente” la sentenza del Tribunale federale che nel 2009 aveva decretato lo stop definitivo di altri esperimenti sui macachi previsti nel medesimo istituto. Le organizzazioni ritengono che i nuovi esperimenti e quelli vietati nel 2009 sono molto simili: entrambi prevedono l’impianto di elettrodi nel cervello delle scimmie, alle quali sarà inoltre razionata l’acqua per renderle più docili.

Le scimmie, oggetto di ricerche di base al cervello, subiscono gravi deprivazioni e coercizioni fisiche con impianti nel cranio e immobilizzazioni in strutture di contenzione chiamate “ingenuamente” sedie da primate. Ai macachi inoltre durante l’esperimento viene razionata l’acqua per giorni e sono così assetate da bere l’urina delle altre scimmie, inoltre le strutture di contenzione comportano elevati livelli di dolore dove gli animali terrorizzati rimangono immobilizzati dalla testa in giù con impianti elettrici nel cervello e negli occhi, che registrano le attività mentali con evidenti segni di dolore, con lividi e sanguinamenti che si protraggono per settimane.

Non illudiamoci che questi esperimenti non avvengano in Italia, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. Purtroppo molte scimmie trovano la morte nei nostri laboratori: anche qui si effettuano esperimenti che assomigliano alle stanze degli orrori, dove sotto il termine “ricerca di base” vengono inserite delle viti sotto la congiuntiva oculare, fili d’acciaio nei muscoli della nuca e camere di registrazione nel cervello. È ora di smettere di giustificare dolore e violenze, in nome di una pseudo-scienza che non cura alcun malato.

Valentina Conti

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