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Il famoso astrofisico Avi Loeb ha trascorso la giornata con una troupe cinematografica giapponese che lo intervistava per un documentario sul paradosso di Fermi. In un recente articolo dal titolo “Siamo (probabilmente) una delle civiltà più mediocri dell’universo“, haa spiegato che l’approccio di Fermi è arrogante e che la ricerca di vita extraterrestre dovrebbe essere una parte essenziale della ricerca scientifica. Ha sostenuto che non dovremmo presumere di non essere soli nell’universo senza dedicare risorse alla ricerca. Ha affermato che non dovremmo considerarci i migliori nell’universo e ha spiegato che dovremmo essere umili come residenti cosmici.

Ha confrontato la nostra conoscenza dei nostri organi interni con la nostra comprensione dell’universo, affermando che non dovremmo prendere il merito delle nostre capacità fisiche. Ha concluso affermando che non dovremmo lasciare che il nostro ego influenzi una risposta al paradosso di Fermi e che guidare velocemente è divertente anche senza orgoglio.

Nella recente pubblicazione, Avi Loeb tratta della nostra modestia esistenziale e di come i fisici ritengano che le nostre capacità mentali derivino dal nostro corpo. Si ipotizza che una macchina dotata di intelligenza artificiale possa replicare i nostri stati mentali. Inoltre, si discute dell’importanza dell’avanzamento tecnologico per i viaggi interstellari e si fa riferimento alla possibilità di studiare visitatori interstellari per ottenere informazioni su tecnologie futuristiche.

Si menziona anche il fatto che la maggior parte della nostra massa corporea è costituita da acqua e che l’ossigeno è il terzo elemento più abbondante nell’universo. Si spiega che l’ossigeno è stato formato attraverso la fusione nucleare nelle stelle e che la vita come la conosciamo sulla Terra è apparsa relativamente tardi nella storia cosmica. Infine, si fa riferimento al fatto che potrebbero esserci civiltà tecnologiche più avanzate di noi nel nostro quartiere cosmico, che potrebbero essersi sviluppate milioni di anni fa senza considerare la nostra esistenza.

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Avi Loeb sostiene che investire risorse nella ricerca di extraterrestri offre notevoli vantaggi, simili a imparare da uno studente più intelligente della nostra classe di civiltà intelligenti. Secondo Loeb, la geopolitica attuale suggerisce che abbiamo ancora molto da imparare su come sopravvivere per un periodo di tempo cosmologicamente significativo. Egli sostiene che è preferibile cercare extraterrestri piuttosto che denigrarsi reciprocamenre, incoraggiando la curiosità infantile e resistendo al bullismo. Loeb fa riferimento alla domanda di Fermi “Dove sono tutti?” e sostiene che le firme tecnologiche degli extraterrestri sono sottili e richiedono un duro lavoro di osservazione per trovarle.

Inoltre, Loeb si ispira alla mentalità di Fermi, che era un sperimentatore eccezionale, e sostiene che la scienza si basa su domande intriganti ma il suo prestigio deriva dalla capacità di rispondere ad esse. L’autore sottolinea la sua motivazione a diventare uno scienziato per trovare personalmente risposte alle domande fondamentali, indipendentemente dagli “adulti” e di farlo con la stessa passione di un “bambino”. Conclude sostenendo che, dato l’importanza della domanda di Fermi, è importante impegnarsi a risponderla e a continuare il suo retaggio come sperimentatore.

Andrea TosiScienzaTopAlieni,Avi Loeb,Paradosso di Fermi,Spazio UFO,Vita extraterrestre
Il famoso astrofisico Avi Loeb ha trascorso la giornata con una troupe cinematografica giapponese che lo intervistava per un documentario sul paradosso di Fermi. In un recente articolo dal titolo 'Siamo (probabilmente) una delle civiltà più mediocri dell’universo', haa spiegato che l'approccio di Fermi è arrogante e che la...